Worker in Inle lake - Myanmar.
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Gli orti galleggianti del lago Inle, Myanmar

Per svolgere le attività agricole che garantissero la propria sicurezza alimentare, nel corso della storia l’uomo si è adattato a condizioni ambientali difficili, modificando l’ambiente circostante, costruendo terrazzamenti su pendii scoscesi, coltivando i deserti e sfruttando al meglio le scarse fonti idriche.

Una delle soluzioni più innovative, nell’ambito dell’agricoltura, per coltivare in aree caratterizzate da un clima tropicale caldo-umido è stata la creazione di orti galleggianti o giardini galleggianti.

Questa è infatti la soluzione adotta dalla popolazione del distretto Taunggyi, (Stato Shan – Myanmar), appartenente in principal modo al gruppo etnico Intha che abita lungo le rive del lago Inle, in Myanmar. Oltre alla coltivazione tradizionale sulla terraferma, gli Intha hanno creato una serie di orti galleggianti utilizzando materiali locali e tecniche ingegnose.

Questi orti, che sono fondamentalmente delle isole artificiali, sono realizzati con masse compresse di fiori di giacinto e altre piante acquatiche invasive che crescono sul lago. Possono raggiungere un’altezza di circa un metro e sono così talmente compatti da poterci camminare sopra. Grazie a pali di bambù vengono ancorati al terreno.

Il lago è famoso per la sua produzione di pomodori, che rappresenta circa il 90% del raccolto. Grazie al clima favorevole e al facile accesso all’acqua, questi orti possono essere coltivati ​​tutto l’anno. Tuttavia, a seconda della stagione, vengono coltivati anche fagioli, cetrioli, fiori, zucche ed altre verdure.

Inizialmente, la produzione di ortaggi era destinata al consumo locale. Con l’aumento della domanda, l’attività è diventata un’importante fonte di reddito per gli abitanti locali. Questo ha portato alla realizzazione di nuovi orti.

Inoltre con l’aumento del turismo, la costruzione di alberghi lungo le rive del lago, la deforestazione e il cambiamento climatico stanno portando all’uso crescente di pesticidi e fertilizzanti chimici per aumentare la produzione, mettendo a rischio l’ecosistema unico del lago.

La popolazione ittica sta diminuendo, così come la qualità dell’acqua, e gli agricoltori che dipendono dal lago stanno incontrando sempre maggiori difficoltà ad irrigare i loro campi. Questi fattori rappresentano una minaccia per i mezzi di sussistenza delle persone che vivono sul lago.

È un peccato, perché gli orti galleggianti potrebbero rappresentare un’alternativa sostenibile e resistente alle inondazioni e alle alluvioni che distruggono periodicamente le attività delle comunità in alcune aree terrestri.

Ecco alcune foto che ho scattato durante un viaggio in Myanmar:

 

Agicoltori
Gli appezzamenti sono separati da lunghe e sottili insenature lungo le quali i coltivatori pagaiano con le loro tradizionali barche di legno, chiamate “longyi boats”.

 

Agricoltori sul lago Inle in Myanmar.
Alcune case tradizionali costruite su palafitte.
A differenza delle isole artificiali che si muovono quando il livello dell’acqua sale e scende, le case sono realizzate per rimanere ancorate al terreno e non galleggiare.
Le pareti delle case sono realizzate intrecciando assieme le strisce di bambù. Le sporgenze del tetto servono sia per ombreggire le pareti che per proteggerle dalla pioggia.
La struttura leggera assicura una rapida asciugatura in un ambiente umido.

 

Agricoltori sul lago Inle in Myanmar.
Per la maggior parte delle persone che vivono sul lago Inle l’agricoltura è la principale fonte di sostentamento. Gli abiatanti locali, per curare i loro giardini e per spostarsi rapidamente tra un orto e l’altro, si muovono silenziosamente in barca attraverso le varie insenature.

 

Abitante del lago Inle in Myanmar.
Il lago Inle, nella regione del Myanmar, ha un ruolo di primaria importanza come via di trasporto per le merci.

 

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